La legge da canto suo è stata formulata in maniera chiara ed emanata con la giusta tempestività, visto che mezzo milione di famiglie si trovavano in difficoltá a causa dell’innalzamento degli interessi.
Tuttavia coloro che avevano assunto un debito hanno dovuto fare i conti con la posizione ostruzionistica dell’intero circuito bancario.
Ciò ha fatto si che l’Antitrust ha dovuto íntervenire , tanto che nel mese di agosto del 2008, ha proceduto a sanzionare le più importanti banche per aver fornito informazioni non corrette alla propria clientela.
Al momento è trascorso piu di un anno da quando è stato emanato il decreto Bersani.
Fino a questo punto la gran parte degli istituti bancari si sono preoccupati soltanto di richiedere al goverono maggiore tempo per l’applicazione della nuova norma, evitando così di porre in essere una norma di legge di per se già particolarmente chiara. In primo luogo è stata avanzata la scusa dei tempi lunghi utili per creare il programma indispensabile alle banche per interagire fra loro.
I programmi sono stati consegnati nel gennaio del 2008 e sono attivi dal mese di maggio, tuttavia senza alcun miglioramento in merito. L’atteggiamento ostruzionistico messo in atto dagli istituti bancari sarà stato poco etico, ma fin a questo momento è stato efficace per la propria causa, permettendo alle banche stesse di continuare ad applicare condizioni a proprio vantaggio senza pericolo di perdere i clienti.
Ciò è stato possibile da parte degli istituti bancari poichè il governo, pur emanando norme particolarmente chiare a vantaggio della liberalizzazione, non ha provveduto tuttavia a formulare sanzioni in caso di inadempienza della stessa norma, così come non ha previsto sistemi di accertamenti tesi ad verificare eventuali violazioni.
Proprio per la mancanza di specifiche sanzioni, gli istituti bancari hanno avuto la possibilitá di rallentare il processo attuativo della normativa, in maniera tale che tutto rimanesse ancora bloccato.
L’unico organo autorevole che finora ha provveduto a comminare le sanzioni è stato il Garante, ma solo grazie all’applicazione dell'articolo 20 del Codice del consumo che sancisce il divieto di fornire informazioni scorrette. Non è pensabili sperare che l’intevento dell’Antitrust possa dare una smossa al sistema del credito.
Considerando la maniera con la quale sono state ferite le speranze dei debitori, il pericolo è che gli istituti di credito possano ricorrere contro l’aspetto sanzionatorio, per poter ottenere pene pecuniarie particolarmente irrisorie tali da poter consentire loro l’inapplicabilità della nuova norma.
In Italia sono solo qualche decine di migliaia le rinegoziazioni dei mutui e irrilevante è il numero dei casi di portabilitá del proprio contratto verso un'altro istituto di credito.
In Europa la media di trasferibilitá si aggira vicino al 25%, soltanto il 7% degli italiani ha optato per questa scelta. La percentuale diminuisce vicino all'1% se si considerano i più importanti istituti di credito italiani. Per far fronte alla mancata liberalizzazione sono giunte , infine, le sanzioni di 10 milioni di euro per pratiche commerciali non corrette comminate l'otto agosto dall’Antitrust a quasi tutti gli istituti di credito ubicati nel nostro paese. A quasi 10 giorni dal termine ultimo per l'inoltro ai cittadini delle proposte di rinegoziazione dei mutui prima dell’anno 2007 (Convenzione Abi - Governo, di 112/2008), gli istituti bancari sono ancora in alto mare dal perfezionare gli invii. Soltano UniCredit banca é stata la prima a pruomuovere, quasi un anno fa, una campagna con la quale si progettava di contattare in modo sistematico tutte le famiglie che per effetto del rialzo dei tassi si sono viste crescere la rata in modo rilevante rispetto al proprio reddito.
Dal mese di gennaio al mese di giugno dell’anno 2008 le banche di UNICREDIT, hanno registrato 24 mila rinegoziazioni, mentre, nell’anno 2007, sono state 17 mila.
In riguardo alla surroga attiva UniCredit banca ha cominciato , dal mese di aprile 2008, la vendita di un prodotto fatto a caso “Trastoca mutuo” che prevede la portabilitá senza nessuna spesa per il cliente, costi non spettanti riferibili alle spese notarili di perizia e di istruttoria che sono a carico dell’istituto di credito.
Tuttavia, meno dell’uno per cento dei mutui concessi da Uni Credit banca ha riguargato questo prodotto. Simili basse percentuali hanno riguardato anche «traslochi» in uscita.
Nella stessa maniera, la banca Intesa Sanpaolo si è attivata in tema di rinegoziazione, allungando la durata del mutuo fino a quaranta anni e/o passaggio al tasso fisso.
Allo stato, più di ventimila clienti hanno potuto ottenere la modifica della loro posizione di mutuo, a costo zero e attraverso un normale scambio di corrispondenza. Altro argomento relativo alla trasferibilitá in entrata e uscita, la banca Intesa San Paolo per propria scelta non ha prodotto informazioni.
Al fine di provvedere a far fronte alle rate del mutuo, i clienti optano al massimo a rinegoziare, anzichè di trascolare dalla banca. Secondo le statistiche di Uni-credit i clienti danno dimostrazione di trovare particolarmente soddisfacenti le risposte fornite dalla banca.
La rinegoziazione si é dimostrata allo stato un buon meccanismo negoziale per i consumatori proiettandoli a stipulare le condizioni del mutuo con la banca, con convenienza condivisa da entrambi, questo è quanto dice UniCredit, che conferma che queata sia la formula preferita dalle famiglie.
Della medesima linea è la banca Intesa Sanpaolo che ha lavorato per incentivare la portabilitá dei mutui e per consentire a tutti i coloro che hanno stipulato un mutuo di cambiare il vecchio fínanziamento con nuovi prodotti i lanciato nel mese di gennaio.
Le politiche adottare delle banche, tendono a fermare i clienti presso i rispettivi istituti di credito, per lo più rinegoziando il mutuo, anzichè lasciarli andare verso altre banche grazie alla surrogazione gratuita.
Alla medesima analisi è arrivata l'Antitrust grazie alle sue indagini, tuttavia evidenziando le pratiche no corrette degli istituti di credito. In base alla Convenzione Abi-Governo, le richieste di rinegozazione potranno verificarsi a partire dal mese di settembre con decorrenza dal primo gennaio dell’anno 2009.
Tuttavia gli istituti di credito , a 10 giorni dalla scadenza del termine ultimo fissato dalla legge, sono ancora impegnate con l’invio delle proposte di rinegoziazione che consentano di dare l’opportunità di pagare la rata dei mutui prima casa con tasso variabile riferibile a quello dell’anno 2006.
La rinegoziazione dei mutui ha avuto come sua conclusione la convenzione stipulata tra il Ministero dell'economia e delle finanze e l'Abi.